Un articolo con lo 0,00% di diplomazia
Nell’aberrante mondo del lavoro italiano, l’espressione di bella presenza impone dei canoni fisico-estetici rigidi come compartimenti stagni. Altezza uguale o superiore a m 1,70 e taglia non superiore alla 42. Escludendo automaticamente chiunque non soddisfi tali requisiti formali. Dunque, una donna con una taglia non “tradizionale” che si candida per offerte di lavoro per cui è espressamente richiesta la bella presenza, è da considerarsi: 1. ingenua 2. masochista 3. cretina. Beh, credo che nessuna di noi si senta una totale idiota quando si candida per lavori come hostess, promoter, maschera di sala, commessa, barista, cameriera o receptionist. Eppure, chi si occupa della selezione delle risorse umane ha il potere di farci sentire complete deficienti quando, curriculum e foto alla mano, ci dicono candidamente, e con un pizzico di sadismo, che siamo fisicamente inappropriate per questi mestieri. Manco ci fossimo proposte di testare lo space shuttle della Nasa che andrà su Marte. Ebbene, io avrò perso l’ennesima occasione di non sentirmi cretina. Ma, l’ennesima azienda ha perso la sua occasione di avere una risorsa altamente qualificata.

L’umiliazione per noi donne in carne è sempre in agguato, specie nel mondo del lavoro. Ricevo una telefonata, ieri, da parte di una gentilissima signora di un’agenzia che, elogiando il mio curriculum, mi chiede la disponibilità a partecipare come hostess per un’importante cena di rappresentanza di un’azienda. “Ci saranno imprenditori stranieri, ed è richiesta un’ottima conoscenza dell’inglese, spagnolo e francese” mi dice. “Visto che lei è traduttrice – prosegue la signora – forse ambisce a lavori di un livello superiore, ma vedendo il suo eccellente curriculum non ho potuto non chiamarla”. Accetto la proposta dicendo di essere felice di lavorare come hostess, perché mi piace il contatto con la gente e ho esperienza nelle relazioni con il pubblico. La gentile signora, contenta di aver fatto bingo, ribadisce che sono “la più competente tra tutte le candidate” e che le mie qualifiche sono una garanzia di successo per la buona riuscita dell’evento. E ne ero certa anche io. La trattativa si è bloccata quando si è parlato della questione taglia. La signora improvvisa una soluzione, dicendo che potrebbe propormi all’azienda come capo-hostess e coordinatrice. Una mossa, a detta sua, per esaltare le mie competenze. Uno stratagemma, nella realtà, per tenermi il più possibile dietro le quinte, visto che il mio fisico è inaccettabile, e per farmi ottenere comunque il lavoro da parte dell’azienda. La povera signora ce l’ha messa tutta, ha anche fatto vedere all’azienda questo blog per testimoniare che, oltre a un buon curriculum, ho anche una bella presenza. Ma l’azienda non mi ha selezionata.
Ora, mi rifiuto di mettere la faccenda su un piano puramente estetico, voglio solo fare una constatazione dei fatti. Non voglio denigrare le magre&belle e liquidare la questione con un “arriva la bellona di turno che mi ruba il lavoro”. Per carità, non mi azzardo proprio a parlare di bellezza, e nessuno in ambito lavorativo dovrebbe dargli un peso così sproporzionato. Del resto, una persona con degli handicap fisici evidenti che si riflettono sulla sua immagine esteriore non può lavorare? DEVE lavorare, se ha l’esperienza e le capacità necessarie! Non esiste un confine tra carina abbastanza e non abbastanza carina. Non è un parametro di giudizio accettabile. A cosa diamine serve, allora, tutta la competizione tra i banchi di scuola e sul lavoro se, poi, le competenze acquisite non valgono nulla? Eppure, lo sbarramento del requisito estetico è dilagante, capillare e radicato sempre più nel profondo della pochezza della gente. Sul lavoro, addirittura, si manifesta nei settori più impensati, anche quelli che non prevedono il contatto con il pubblico. Come se taluni tratti fisici possano inficiare la nostra credibilità di persone affidabili e preparate. Ciò che più lascia basiti è che le donne non sono solo le prime vittime di discriminazione sul posto di lavoro, ma sono anche terribili tiranne, quando spetta a loro selezionare il personale.
La soluzione è solo una: imbracciare le armi e fare la guerra a chiunque sia colpevole di atti discriminatori, di qualunque genere. Rispondere con fermezza a chi ci dice che il nostro culone non è adatto per questo o l’altro lavoro è un buon inizio. Ed è ciò che ho fatto, quando ho saputo di essere stata scartata. “Prendo atto delle ragioni dell’azienda. So di essere la persona ideale per questo lavoro. Chiunque abbia lavorato con me è consapevole delle mie capacità. Ma so che devo selezionare. Non tutte le aziende sono in grado di comprendere il mio valore”. Avete capito bene. Siamo NOI che dobbiamo scegliere, noi che dobbiamo orchestrare. Non dobbiamo mai apparire passive, mai sottomesse, mai soggiogabili. Solo noi possiamo ribaltare la situazione, reagendo e ribellandoci all’ordine costituito.
Se ve lo state chiedendo (vuol dire che non avete ancora capito): No! non servono pari opportunità tra diverse categorie di persone. Serve equità universale. È una questione di sostanza oltre che di mera semantica linguistica.
a parte i settori come moda e spettacolo dove è strettamente necessario avere un certo fisico (non puoi far fare james bond a un attore basso e grasso ci vuole un belloccio, per certi personaggi ci vuole anne hathaway e per altri gabby sidibe), parlando di lavori a contatto col pubblico come hostess, promoter ecc.., bè per me non è sbagliato chiedere la bella presenza purchè la si richieda a uomini e donne, se c’è un lavoro a contatto col pubblico e assieme a noi c’è un candidato qualificato quanto noi ma più belloccio fisicamente e il posto da assegnare è uno solo quello più belloccio ha un’arma in più, accettiamolo. Se ci venisse preferito uno meno qualificato, bello o brutto che sia, quello sì sarebbe grave
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e comunque anche chi, magrissimo o grasso, non è fisicamente bello il lavoro lo trova, per fortuna
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Ma certo! meglio taglia 42 e cervello taglia 38 che taglia 54 di entrambe! 😀 -_- odio viscerale…come se una curvy non potesse essere gentile, cordiale, efficiente, perfetta! auguro a chi impone queste selezioni di diventare 756 chili ❤ e di incontrare tutte persone come lei/lui! :)))
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Il brutto è che credo sia così solo in Italia, io conosco una hostess di Lufthansa che è una bellissima donna alta 1,70 ma ti assicuro che non porta la 42!!
Speriamo che le cose cambino, però dobbiamo iniziare a cambiarle noi!
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Sì, dobbiamo iniziare a cambiarle noi, hai detto proprio bene. Comunque nell’articolo non mi riferivo alle assistenti di volo, ma alle hostess per convegni, fiere, serate di gala ecc..
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Si l’avevo capito, ma so che è così anche per le assistenti di volo quindi mi sembrava un esempio azzeccato, non mi sono fatta capire!xD
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Già, è azzeccatissimo. Quello che fa Lufthansa dovrebbe essere la norma, invece non lo è! Un abbraccio alla tua amica per la fortuna che ha avuto 😉
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ah che rabbia! brava se hai comunque ribattuto che hanno perso la chance di avere in squadra una persona qualificata e competente!
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Era il minimo che potessi fare! Grazie, spero continuerete a seguire il blog! Datemi anche qualche consiglio, son sempre ben accetti!
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Sei stata bravissima!!!
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Grazie cara! Spero si capisca che il mio scopo non è quello di lamentarmi, bensì di far riflettere le persone su temi importanti come quello della discriminazione. Che si tratti di discriminazione di genere, di orientamento sessuale o di status sociale poco importa, sempre discriminazione è ed ha lo stesso peso in ogni caso. Vedo troppe persone sottomesse assecondare la deriva della civiltà e dell’etica. Invece bisogna reagire. L’intraprendenza di tanti singoli individui cambia le sorti di un Pasese…
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Bisogna reagire senza esasperare la situazione, proprio come hai fatto tu! Alla fine questo mondo si può cambiare, è pronto!
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Brava, hai usato le parole giuste. Un abbraccio e grazie ancora!
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