Molestie su Facebook e oltre: i “diversi” nel mirino degli stalker

coglione

La mia esperienza. Da quando ho aperto questo blog, mi sono iscritta a dei gruppi di Facebook dedicati alle donne taglie forti (o plus size, o curvy, o in carne, chiamatele come vi pare). Sono community di persone molto attive che ogni giorno, come tra amiche, scambiano consigli e opinioni sull’universo plus size e sui temi di attualità più disparati. Ieri su uno di questi gruppi sono stata contattata da una ragazza, tale Stefania Daversa, che, dopo aver visto uno dei miei post, ha chiesto di diventare mia amica su Facebook. Suggellata l’amicizia virtuale con un click, la tizia mi manda un messaggio privato scritto in un bimbominchiese che mi rifiuto di riprodurre: “Ciao bellissima 🙂 Tranquilla, non sono lesbica. Sono un ragazzo, non una ragazza”. Il tutto corredato dalla foto che vedete qui di fianco che ritrae presumibilmente questo ragazzo a petto nudo in una stentata posa ammiccante. Segnalato subito per molestie e bloccato in modo da impedirgli di ricontattarmi. Ho segnalato l’accaduto anche alla community in cui tutto era iniziato, ma, manco a dirlo, il/la tizio/a nel frattempo si era dileguato e aveva fatto scomparire dal gruppo tutte le sue tracce.

I “diversi” nel mirino degli stalker. Non è la prima volta che mi capita di imbattermi in situazioni del genere, pur senza volerlo. In passato, quando Facebook ancora non c’era, i molestatori imperversavano su MSN Messenger e Skype, per non parlare delle chat room dove, ovviamente, bisognava aspettarsi di tutto. Insomma, ne ho collezionati un po’ di questi episodi grotteschi e quando ero un’adolescente ho rischiato diverse volte di “finire male”. Perché? Perché i “diversi” sono le vittime privilegiate di molestie e le donne in carne non fanno eccezione. E’ il dramma delle persone che appaiono più insicure, fragili, manovrabili e indifese. Il problema è che, in molti casi, le vittime sono davvero indifese, prive di una solida autostima, con le capacità di raziocinio offuscate, spaventate dall’idea di chiedere aiuto a persone fidate. Certe persone sanno davvero essere le peggiori nemiche di se stesse e diventano, così, vittime di scherno e perversione. Stare alla larga da questi rischi è sempre più difficile. Chiunque può diventare in qualunque momento il malcapitato di turno, talvolta, con conseguenze drammatiche come, purtroppo, hanno riportato di recente le cronache nazionali.

Se stasera vuoi scopare, una cicciona devi trovare. Un fenomeno piuttosto ricorrente nella vita delle donne in carne è l’abbordaggio disperato-selvaggio in discoteca e dovunque la scopata-del-sabato-sera sia considerata una buona pratica. Capita, almeno una volta nella vita di una donna taglia forte, che un omuncolo che io definisco maschio-omega si butti in un’acrobatico tentativo di rimorchio. Le cose stanno così: il maschio-omega vede le donne “bruttine” (secondo i suoi standard distorti) come facili prede. In virtù di un’equazione statistico-sociale piuttosto discutibile, il vantaggio del buttarsi sul mercato sessuale delle racchie è che si gode di scarsa concorrenza, perciò le probabilità di successo sono maggiori. Niente di più umiliante per una donna. Ma, a ben guardare la faccenda, in fondo chi ne esce sconfitto è quel fesso che per riempirsi d’autostima deve necessariamente svuotarsi i genitali. Insomma, care donne in carne e cari “diversi” tutti, cedere ai giochi di chi si sente più insicuro di noi non vi farà certo del bene. Anzi, vi troverete sempre più infossati nel baratro dell’autolesionismo e autorifiuto. Non voglio ergermi a depositaria di verità assolute né pretendere di dispensare perle di somma saggezza. Vi parlo dal “basso” delle mie esperienze di donna in carne che ha toccato il fondo più e più volte. Finché ho recuperato quel pizzico di amor proprio che mi è servito ad uscire dalla spirale dell’umiliazione e dell’insoddisfazione.

fbLa verità. Siamo sempre più incapaci di comprendere il nostro reale valore di essere umani e di approcciarci in   maniera bilanciata e lucida agli eventi della vita. E’ una costante lotta tra deboli. Chi si macchia di molestie e soprusi è tanto disagiato quanto chi è vittima di abusi, mi pare ovvio. Sembra quasi che la schiera dei deboli stia crescendo in maniera esponenziale in seno alla società contemporanea, e questo mi turba molto. Che si tratti di una tappa obbligatoria del processo di mutazione sociologica che le nostre civiltà stanno vivendo negli ultimi decenni? Per intenderci, un effetto della mai-dormiente selezione naturale? Di certo c’è che chi resta all’ombra di un’esistenza disagiata e di una visione distorta della società ha perso la fiducia verso il prossimo prima ancora che verso sé. Il senso di solitudine non è altro che una proiezione mentale, non una realtà patente. Se la vostra compagna di banco non perde occasione per ironizzare fastidiosamente su di voi, o se i vostri familiari sono perennemente assorti nei loro impegni di lavoro tralasciando i rapporti umani, non significa che siete automaticamente soli e incompresi. Non restate in balia delle emozioni negative, PARLATE! Troverete qualcuno pronto ad ascoltarvi. Non giudicate la vostra condizione esclusivamente in base alle apparenze e cercate di infrangere il muro del silenzio che vi imprigiona nel disagio. Il mondo di oggi non è più crudele di un tempo: la società è sempre stata incline all’individualismo, checché ne dicano i nostalgici del tempo che fu. Solamente, è più difficile farsi notare. Oggi più che mai, allora, la comunicazione è l’unico mezzo efficace per accorciare le distanze tra gli esseri umani. 

Cronache giudiziarie. La Corte di Cassazione con la sentenza n. 32404/2010 ha stabilito che le molestie su internet possono costituire il reato di stalking e sono, quindi, punibili. Per la Suprema Corte, infatti, il reato di stalking non si limita esclusivamente a casi di molestie e persecuzioni fisiche, ma si estende anche ad abusi perpetrati per mezzo del social network. Indubbiamente, siamo difronte ad una situazione di vuoto normativo, poiché le leggi attualmente in vigore in Italia non fanno riferimento, nella maggior parte dei casi, ad episodi criminali virtuali, avvenuti sul web. Chi esercita la legge assume, in questo contesto, un ruolo di primaria importanza nell’iter giudiziario, poiché la questione non è tanto l’applicazione delle norme, quanto la loro interpretazione in riferimento a talune fattispecie di (presunto) reato. Comunque, pur nel vuoto normativo, le sentenze depositate dalla Suprema Corte di Cassazione, generalmente, costituiscono delle fonti autorevoli che si possono citare davanti a un giudice. Insomma, non sono fonti di diritto, non valgono come leggi,  ma  fanno, di certo, letteratura. Intanto, dagli Stati Uniti è partita la preparazione di una class action, un’azione legale collettiva, che punta a coinvolgere in tutto il mondo le vittime di molestie elettroniche. Ad ogni modo, se siete vittime di molestie fisiche o virtuali, non barricatevi nell’omertà, ma rivolgetevi alle forze dell’ordine o chiedete una consulenza ai Centri di ascolto anti-stalking presenti nelle principali Province e città italiane. 

Voi che ne pensate? Siete mai state vittime di abusi? Come avete reagito?

4 risposte a "Molestie su Facebook e oltre: i “diversi” nel mirino degli stalker"

  1. E cosa vuoi farci, quasi 4 anni di rotture di balle, vivo come un ladro, in casa mia, persiane permanentemente tirate, per strada viaggio con le stesse accortezze di un trafficante. ho paura a ricevere visite femminili perchè in passato ci sono stati pedinamenti e sfregi anche nei loro confronti!! Se racconto che sono perseguitato da una donna mi prendo pure le occhiatacce perchè la maggior parte delle persone non mi crede e pensano che sia un cazzaro… in questi frangenti essere maschi è una merda !!! se fossi femmina avrei già risolto ma purtroppo non lo sono, in passato ho tentato di rivolgermi ad associazioni professioniste del “settore” e appena sentivano che ero un uomo mi sbattevano il telefono in faccia !!! e le fdo mi dicono che senza prove, mi attacco al cacchio !!

    e….. non la posso nemmeno prendere a pugni perchè è una donna e se lo facessi verrei inchiodato in croce !!!

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  2. in realtà lo stalking è una molestia operata con persecuzione ripetuta, queste sono molestie e basta. Purtroppo quando ci si affaccia sul mondo del blogging, specie se si è una donna plus size che posta le proprie foto senza vergogna (eh già, se abbiamo questa sfacciataggine saremo un po’ poco serie, se no perché altro dovremmo? haha) si deve tenere in conto non solo l’attenzione indesiderata dei feticisti della ciccia, ma anche il fatto di ritrovarsi in album di foto palesemente erotiche (tu, l’unica vestita di tutto punto, solo in virtù del tuo essere in carne, che ovviamente fa rima con sesso!). Io più di tanto non mi scombino, anche se ovviamente il fastidio c’è, solo un paio di volte mi sono inquietata con personaggi del genere, quando cominciavano a dimostrare di sapere più cose su di me del dovuto. Sulla pagina e sul blog, ome in privato, non ho mai assecondato messaggi di questo tipo e chiusa lì, come ovunque su internet si fa. Loro fanno leva (e lo danno per scontato) sul fatto che molte donne in carne hanno bassa autostima e quindi appena si rivolge loro un qualche tipo di interesse cadono come pere mature. Puro pregiudizio e scarsità di intelligenza diciamo. Comunque internet e ciò che ne consegue dà anche molto adito allo stalking vero e proprio, cosa che ho anche conosciuto e ancora non del tutto risolto. Eppure ci sono, c’ero e in qualche modo ci sarò. Ne vale comunque la pena.

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    1. Hai ragione, ho usato un termine inesatto sul titolo, sapendo di farlo. Avrei potuto usare un più generico “molestatori”, ma sui motori di ricerca non ha lo stesso peso di “stalker”, obiettivamente. Ho certamente sbagliato a dar per scontato nell’articolo che i lettori conoscessero la differenza tra molestie isolate e casi di stalking. Occorre prestare più attenzione in futuro, e ti ringrazio per l’appunto.
      Venendo alle considerazioni personali, non tutte le persone hanno la capacità di “snobbare” questi episodi, come fai te. Io sono tra quelle che si adirano. Però, mi chiedo, è meglio sorvolare oppure è più giusto tenere il punto? Te fai una distinzione tra casi gravi e casi meno gravi e mi pare un’ottima soluzione, largamente condivisibile. Insomma, sarebbe già un miracolo se le vittime reagissero e denunciassero le violenze subite, cosa che, purtroppo, accade solo in percentuali minime.
      Per quel che mi riguarda, l’aver ricevuto quelle avances mi ha infastidita molto. Mi sono sentita amareggiata, prima come persona e poi come donna in carne. Per me queste non sono semplici molestie perpetrate da tizi superficiali e poco svegli. Si tratta, a mio avviso, di una delle tante conseguenze di una cultura distorta. Dire ad una sconosciuta “Oh sei figa, sali a casa mia?” è anomalo tanto quanto perseguitare o esercitare violenze. Ovviamente, ogni episodio ha un grado di gravità diversa, ma sono tutti campanelli di allarme. Non è socialmente accettabile che gli uomini trovino normale porsi verso le donne con superiorità, sentendosi autorizzati ad esercitare su di esse il proprio potere, qualunque esso sia. Come non è accettabile l’inverso.
      Mi spiego meglio: non sono una femminista che partecipa ai cortei contro la violenza sulle donne o il femminicidio. Credo che percorrere il cammino delle “diversificazioni” di genere, preocupandosi di mettere la figura della donna su un piedistallo per imporre rispetto, sia deleterio. Ed equivale, in buona sostanza, alla cultura fallocentrica. Insomma, quando si parla di dignità, di rispetto, di tutela dei diritti, il soggetto deve essere l’essere umano in generale, non la donna, non l’uomo, non il bambino, non l’omosessuale. Concludendo, non ce l’ho con gli uomini. Ce l’ho senz’altro con chi alimenta comportamenti di superiorità e discriminazione verso chicchessia. Ed è per questo che, forse con eccesso di zelo, non lascio passare “impuniti” i fenomeni di discriminazione. Purtroppo la cultura del patriarcato è ben radicata nel mio albero genealogico. Sarà questa condizione, credo, ad aver forgiato il mio spirito battagliero ehehehe 🙂 Battagliero, ma bisognoso di maggiore accuratezza! Lezione imparata 😉

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