Le intuizioni migliori mi vengono sempre quando sto facendo altro. Quando non sono concentrata, quando non presto attenzione a nulla in particolare, la mente prende a vagare per conto suo. Certe volte imbocca strade che, se fossi vigile, le direi “ma dove diavolo vai?”. Per fortuna, ritorno in me stessa quand’è ormai troppo tardi per abortire il pensiero.
Le trovate più eclatanti, per esempio, arrivano quando sto al bagno.
Ognuno ha le sue stranezze.
A me piace far fluire i pensieri in sincro con lo svuotamento della vescica.
C’ho fatto sedute di autoanalisi in bagno, ci ho maturato consapevolezze importanti, ci ho inventato slogan, rimesso le mani (dopo averle lavate, s’intende) su certe frasi che non mi suonavano bene, creato ricette svuotafrigo last-minute, trovato soluzioni a problemi. Altroché.

Però, una delle genialate meglio riuscite degli ultimi tempi mi è venuta al supermercato. Attirata al reparto vini dalla vista di un bel giovanotto moro-moro e barbuto, mi balza in testa un gesto carino per una persona che avrei incontrato quella sera. Regalargli un buon vino insieme a un biglietto particolare. L’idea è: riscrivere l’etichetta in chiave evocativa, con metafore e simbologie che richiamino le circostanze di quella serata particolare. Individuo il vino giusto e ci allego questa micro-poesia.
Quando consegno il regalo, la reazione a dir poco “entusiastica” del destinatario mi spiattella in faccia un’epifania a lungo cercata.
Avevo fatto un gesto romantico.
Sì sì, in perfetto stile.
Strano a dirlo: fino a quel momento, non mi era chiaro cosa fosse il romanticismo.
Figurarsi che di tentativi maldestri ne ho collezionati a iosa negli anni. Purtroppo per qualche poveretto, sono stata anche oggetto di svariate imprese romantiche non comprese o mal riuscite.
Era una vita che mi chiedevo: ma che minchia è il romanticismo? Poi, tutto è stato chiaro.
Il romanticismo non risiede in frasi predeterminate e prestabilite. Né può essere ascritto a un albo settoriale di azioni specifiche.
Il classico weekend alla SPA, per esempio, non può definirsi romantico solo perché concepito come un piacevole itinerario fra attività rilassanti e momenti intimi per la coppia. Al contrario, guardare un filmaccio splatter tracannando una birra per certe coppie può essere il massimo del romanticismo. E magari pure un potente afrodisiaco.
Il romanticismo germoglia dalle stesse radici della comunicazione.
Quando due persone vogliono comunicarsi qualcosa, non contano solamente le parole precise che vengono pronunciate, né tanto meno i gesti esatti che si compiono.
L’efficacia di un messaggio – dal più inutile, all’espressione dei sentimenti – si affida a elementi sotterranei: al substrato di conoscenze condivise, al sottosuolo di un sentire comune.
In linguistica si parla di “campo di interpretazione”. Ma, senza scomodare la scienza del linguaggio, basterà dire: se due persone non hanno né la capacità né la volontà di capirsi, la trasmissione del messaggio non avviene.
La soluzione è semplice, come accade spesso. Ma passa sempre per sentieri filosofici tortuosi.
Così, in una sera qualunque (che qualunque non era più), ho capito perché non avevo mai provato prima la sensazione di vivere una situazione romantica, con gli uomini che avevo frequentato.
Perché c’era un basso grado di compatibilità, uno scarso livello di comprensione. Nonostante gli innumerevoli sforzi. Nonostante le migliori intenzioni. Non c’era verso di azionarlo, ‘sto romanticismo.
Se il romanticismo non funziona, non è per cattiva volontà.
É, in buona parte, una questione di affinità.
Per non perdere i nostri affetti, per evitare di ammettere che le incompatibilità di fondo esistono, ed è lecito che esistano, talvolta ci mettiamo in testa che tutte le incomprensioni possano essere sanate.
“Un compromesso si trova sempre”. Sì? E a quale costo?
Sull’empatia ci si può – ci si deve! – lavorare. Occorre tentare a lungo prima di pronunciare la sentenza definitiva. Poi però, a forza di collezionare indizi incriminanti, arriva pure il momento di tirar le somme.
Quella sera ho capito anche che il romanticismo può materializzarsi ovunque e in qualsiasi circostanza. Dentro e fuori dalle storie d’amore. Quando siamo con qualcuno a noi affine, qualcuno in cui ci riconosciamo, a prescindere dal tipo di relazione che ci lega. Anche quando facciamo qualcosa da soli, per noi stessi.

Può sorprenderti con un’improvvisa scossa di felicità quando arriva in maniera del tutto casuale, inaspettata. Ti avvolge nel tepore di un abbraccio di gioia e soddisfazione, quando ti impegni per creare quel momento da fissare nel tempo.
É così che ho iniziato a collezionare tanti attimi di irripetibile romanticismo,
all’insegna delle affinità elettive.
- Una deviazione improvvisa sulla strada di casa, per visitare un luogo incantevole in 10 minuti.
- Una nottata di chiacchiere inesauribili con una nuova amica nelle strade ghiacciate di Bucarest.
- Un primo bacio fugace e sospeso, davanti a un treno in partenza.
- Una cena improvvisata dalle amiche per allontanarmi dal malessere.
- Una serata dedicata solo a me, tra yoga, trattamenti di bellezza, libri e, infine, un sonno beato.
- Un lungo abbraccio con un’amica dopo un avventuroso volo in mongolfiera.
- Un ballo esageratamente sfrenato alla sagra di paese sulle note di Raffaella Carrà con l’amico di una vita.
- Un “andiamo a mangiar qualcosa” “ok, però niente schifezze” “allora ci prendiamo un bel petto di pollo con l’insalata, lo sai che mi va proprio?”.
Non posso più fare a meno del romanticismo.
Di quegli istanti in cui il tempo sembra fermarsi e nel tuo sguardo riconosci lo sguardo di chi vuole solo condividere il momento con te, proprio come vuoi anche tu.
Della potente energia di quegli attimi in cui le frequenze di ognuno si sintonizzano sullo stesso pensiero:
Stare qui, ora, con te… Sono felice che stia succedendo. E non avrei potuto desiderare di meglio.
É bello il romanticismo.
Anche quando è a tempo determinato.
Quando è ora e, chissà, forse mai più.
É effimero il romanticismo.
Ma niente sa essere più presente di certi momenti che continuano a vibrarci nel petto.
Saranno pure “sparuti, inconstanti sprazzi di bellezza”, ma delle volte non serve nient’altro.
Il romanticismo sincero non ha bisogno di promesse o certezze.
Certe volte, basta solo dirsi
“ti voglio per tutta la notte”
invece che
“ti voglio per tutta la vita”.E per te cos’è il romanticismo?
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Una risposta a "Romanticismo cercasi (anche a tempo determinato)"